Se sei un’agenzia web o un freelancer oppure, al contrario, stai cercando un’agenzia web o un freelancer a cui affidare il tuo sito web, leggi attentamente ciò che sto per dirti.
In questo articolo voglio portare alla luce 5 comportamenti scorretti, tipici di agenzie web, che sono decisamente poco etici.
Voglio esaminare con voi nel dettaglio alcune pratiche scorrette che purtroppo si verificano troppo spesso, con la speranza di aumentare la consapevolezza di come deve essere svolto un lavoro di web development che possa essere definito eticamente corretto.
L’agenzia è (o si comporta da) proprietaria del sito.
È importante, quando scegliamo il professionista a cui affidare la nostra versione digitale, informarsi molto bene su chi sarà proprietario del sito web e/o degli account collegati.
Purtroppo infatti, una cosa che accade molto spesso è che il professionista, che crea il sito web per noi, usi i suoi dati (o i dati dell’agenzia) per l’acquisto del nome di dominio e dell’account hosting.
Non solo, ma spesso i dati del professionista vengono usati anche per il collegamento di account come Google Search Console e Google Analytics e altri tool essenziali per il corretto funzionamento e gestione del nostro sito.
Perchè dico che è una pratica scorretta? Perchè in tutti i casi citati sopra, il cliente paga il prezzo da “proprietario”. Paga il dominio e i suoi rinnovi, paga il piano di hosting e i suoi rinnovi, paga i plugin e i suoi rinnovi e così via.
Se un domani volessimo affidare la gestione del nostro sito web ad un professionista diverso, nella maggior parte dei casi ci troveremo a dover affrontare un processo lungo e doloroso: Riavere il totale controllo sui nostri asset digitali.
Nel migliore dei casi, passeranno giorni prima di riuscire a trasferire tutte le proprietà e cambiare tutti gli indirizzi mail, mentre in molti altri casi perderemo molte parti del nostro sito, se non addirittura il sito intero.
L’agenzia non vi fornisce le credenziali di accesso del sito
Un’altra pratica scorretta che sto notando essere quasi la normalità, è la negazione delle password di accesso al sito e a tutti i suoi strumenti collegati.
Nel caso in cui nome di dominio e hosting fossero intestati a voi, dovete assolutamente pretendere tutte le password e le chiavi di accesso. Cercate sempre di fornire al vostro professionista di fiducia un indirizzo mail a cui avete accesso e di cui siete proprietari per l’acquisto e l’iscrizione ai tool di gestione del vostro sito internet.
Una volta online, ricordate che il sito è vostro!
Assicuratevi che vi vengano passate le password per gli accessi di:
- Registrar del nome di dominio e DNS
- Sito Web come amministratore (accesso principale)
- Server dell’hosting del vostro sito web, in cui sono conservati i database, i servizi mail hosting, gli accessi ftp e data manager
- Le librerie di contenuti che avete pagato, come immagini o licenze font, plugin etc.
- Account di terze parti associati al vostro sito (applicazioni seo / website builder etc)
- Account di social media
- Account di gestione Google (Analitycs, Google My Business, Google Search Console e così via)
Molte agenzie storceranno il naso davanti ad una richiesta del genere, ma anche se non avete in programma di cambiare professionista, è meglio che abbiate in mano tutti i dati e gli accessi relativi alla vostra proprietà.
Ricordate che per motivi legali, potrebbe essere necessario che voi abbiate l’accesso completo al sito, dato che, agli occhi della legge, ne siete i titolari (e quindi i responsabili).
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Il contratto con l’agenzia non vi tutela
Per tutelarsi al meglio coi primi due punti, assicuratevi sempre che alla base di qualsiasi collaborazione ci sia un contratto.
Se c’è, leggetelo prima di firmarlo!
Accertatevi che in questo documento fondamentale venga specificato che il sito che state commissionando è (o sarà) totalmente vostro e che l’agenzia (o il freelancer) deve passarvi tutte le chiavi di accesso su richiesta. Se questo punto non è scritto esplicitamente, scappate e cercate un altro professionista!
Ma il punto è questo: Tanti professionisti usano dei contratti scaricati da internet (e non redatti da esperti): Questi contratti sono scritti da designer o sviluppatori in base alla loro esperienza, e quindi, in buona fede, sono destinati a designer e sviluppatori: Il loro scopo principale è tutelare la parte di chi presta i servizi.
Ricordiamoci che sì, la fiducia e la trasparenza sono alla base di qualsiasi buon rapporto lavorativo, ma mettere dei paletti e cominciare una collaborazione lavorativa con una web agency o freelancer con la giusta consapevolezza di come devono essere fatte le cose è meglio, no?
L’agenzia fa promesse che suonano un po’ troppo grandi
Vuoi essere il numero uno su Google? Ti facciamo salire in prima pagina entro dopodomani!
Hai pochi follower? Tra dieci minuti ne avrai settordicimila!
Vuoi un sito performante? Te lo creiamo noi, con Wix!
Avete già capito.
Evitate chi “promette”, lascia perdere i guru dell’internètte e affidatevi a qualcuno che vi dica con onestà che senza costanza e dedizione, non c’è trucco che funzioni per finire in prima pagina su Google.
Un modo per capire se un’agenzia o un freelancer può essere in grado di eseguire il lavoro ai livelli ci promette, è quello di chiedere di visionare un portfolio o dei casi studio.
L’agenzia usa strategie di marketing discutibili
L’ultimo punto di cui parleremo riguarda la strategie di marketing, che molto spesso sono buttate un po’ così, tanto per.
Qui, i casi comuni sono due:
1. La SEO fatta solo con le ADS a pagamento (tanto il cliente non sa la differenza tra SEO e SEM, basta che veda il suo sito in prima pagina e qualche clic)
Di recente mi è capitato in mano un sito gestito da una “grossa agenzia” che si professava guru del posizionamento organico. Il cliente, di conseguenza, spendeva una cifra molto alta per la SEO, sostenuta dalla promessa di finire in prima pagina su Google.
Il cliente però si è rivolto a me lamentando poco traffico, poche visite sul sito web e quasi zero leads. Abbiamo fatto un’analisi SEO approfondita sul sito web e, sorpresa delle sorprese, l’agenzia “fuffa-guru” non aveva inviato neanche la sitemap a Google! La SEO on page era pressochè inesistente e il cliente pagava un sacco per… le ads.
Le ads stanno alla SEO come la dieta sta all’esercizio fisico!
Senza un’adeguata strategia organica che spinge il sito, spendere centinaia (se non migliaia) di euro in ads è un’operazione che, nella maggior parte dei casi, vale poco o nulla
2. La SEO fatta con tecniche Black Hat (perchè tanto chissenefrega). Il cliente paga e quando noterà i danni, se mai li noterà, sarà troppo tardi.
Tante, troppe agenzie (ma anche freelancer, eh!) si affidano a tecniche “sporche” sui siti dei clienti, perchè sono più veloci e una volta funzionavano! C’è chi compra blocchi di backlink, chi inzuffa le pagine con parole chiave tanto da far perdere leggibilità ai testi, chi queste parole chiave le infila invece in sezioni nascoste, chi copia spudoratamente articoli di blog da altri siti e… chi fa tutte queste cose in un colpo solo.
A lungo andare, Google, che tutto sa e tutto vede, vi penalizzerà.
Conclusione
Come tutelarsi quindi? Fai mettere tutto nero su bianco, assicurati di avere un contratto che tuteli ambe le parti e soprattutto, fai domande all’agenzia prima di iniziare i lavori!
Spero questo articolo sia stato utile per indirizzarvi su 5 cose a cui fare molta attenzione prima di firmare un contratto con un professionista del web.